Casalvecchio Siculo
Fondato in epoca bizantina da monaci provenienti dalla Siria e dall’Egitto, fu chiamato Palachorion. Durante l’invasione araba fu detto Calathabiet, ed infine Rus Vetus (casale vecchio). Nel XVIII Sec. Casalvecchio ebbe un notevole sviluppo economico con
conseguente incremento demografico, grazie all’allevamento del baco ed alla produzione e lavorazione della seta. Oggi le opportunità lavorative nel settore agricolo ed artigianale si sono ridotte notevolmente. Le maggiori potenzialità di sviluppo si indirizzano nel settore turistico, data la sua felice collocazione nell’entroterra a breve distanza dai paesi marittimi della Riviera. Imponente il suo patrimonio architettonico. A monte dell’abitato un vasto
e lussureggiante polmone verde, ricco di fauna, costituito dal patrimonio boschivo della fo- restale.
conseguente incremento demografico, grazie all’allevamento del baco ed alla produzione e lavorazione della seta. Oggi le opportunità lavorative nel settore agricolo ed artigianale si sono ridotte notevolmente. Le maggiori potenzialità di sviluppo si indirizzano nel settore turistico, data la sua felice collocazione nell’entroterra a breve distanza dai paesi marittimi della Riviera. Imponente il suo patrimonio architettonico. A monte dell’abitato un vasto
e lussureggiante polmone verde, ricco di fauna, costituito dal patrimonio boschivo della fo- restale.
Incastonato su un verde declivio del monte S. Elia, domina dalle sue “terrazze” buona parte della valle, spingendo lo sguardo oltre i contrafforti dei Peloritani, fino a Capo S. Alessio ed all’ultima propaggine del Monte Tauro, spaziando all’infinito nello Jonio. Dalla cima del Virna si scopre la Costa Calabra e le prime isole Eolie. Le sue strette vie scorrono tra antiche architetture e fanno di questo centro “Casale Vecchio” (Rus Vetus) degno antagonista, per nobiltà di stile e di rango, della vicina Savoca.
Monumenti
Tempio dei SS. Pietro e Paolo D’Agrò (560 d.C. c.ca)
é il monumento più importante della vallata. Realizzato dai Frati di S. Basilio, faceva parte di un grande monastero. Distrutto dagli Arabi, risorse grazie alla illuminata magnanimità dei Normanni. In esso si fon- dono, in una straordinaria ed armonica policromia decorativa, ardite ed insolite soluzioni architettoniche. Nelle cupole e nella severa compostezza delle navate è espresso il meglio dell’arte romanico- bizantina, araba, normanna.
Chiesa Madre (XVII sec.)
al suo interno la preziosa statua del Patrono
S. Onofrio ed artistico soffitto a cassettoni
e mensole; annesso Museo ricco di para-
menti e oggetti Sacri.
Chiesa di S. Teodoro (XVI sec.)
campanile composito e ruderi del Convento
degli Agostiniani Scalzi.
Chiesa di S. Nicolò (1500)
una delle più antiche e ricca di opere d’arte.
Chiesa Annunziata (1500)
in stile barocco; stucchi settecenteschi;
dipinti del XVII e XVIII sec.
Fontana all’acqua Ruggia
ceramiche artistiche con scene di vita pae-
sana.
é il monumento più importante della vallata. Realizzato dai Frati di S. Basilio, faceva parte di un grande monastero. Distrutto dagli Arabi, risorse grazie alla illuminata magnanimità dei Normanni. In esso si fon- dono, in una straordinaria ed armonica policromia decorativa, ardite ed insolite soluzioni architettoniche. Nelle cupole e nella severa compostezza delle navate è espresso il meglio dell’arte romanico- bizantina, araba, normanna.
Chiesa Madre (XVII sec.)
al suo interno la preziosa statua del Patrono
S. Onofrio ed artistico soffitto a cassettoni
e mensole; annesso Museo ricco di para-
menti e oggetti Sacri.
Chiesa di S. Teodoro (XVI sec.)
campanile composito e ruderi del Convento
degli Agostiniani Scalzi.
Chiesa di S. Nicolò (1500)
una delle più antiche e ricca di opere d’arte.
Chiesa Annunziata (1500)
in stile barocco; stucchi settecenteschi;
dipinti del XVII e XVIII sec.
Fontana all’acqua Ruggia
ceramiche artistiche con scene di vita pae-
sana.
Tradizioni
25 Marzo Sagra della fraternità.
“u camiddhu” é una maschera animata da due giovani. Questo cammello di legno gira per le strade casalvetine nel giorno della festa del Patrono e simboleggia la liberazione dalla tirrannia di Savoca.
“u camiddhu” é una maschera animata da due giovani. Questo cammello di legno gira per le strade casalvetine nel giorno della festa del Patrono e simboleggia la liberazione dalla tirrannia di Savoca.
Prodotti e piatti tipici
Agricoli: grano, olive, uva da mosto, limoni
(”verdelli”).
Allevamento: ovini, bovini.
(”verdelli”).
Allevamento: ovini, bovini.
Notizie utili
Fiera del bestiame (ultima domenica di giugno);
impianti sportivi: campo di tennis, campo di calcetto, palla a volo;
impianti sportivi: campo di tennis, campo di calcetto, palla a volo;
Municipio: p.za Municipio - Tel.: 0942/76112
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