Tradizioni nelle 2 Valli
Tra pievi, “cube”, basiliche e monasteri
L’architettura religiosa é ampiamente diffusa nel territorio. Grandiose Basiliche, imponenti Monasteri, umili Pievi, chiesette quasi mimetizzate tra le argille ed il verde, ripercorrono un cammino millenario intimamente legato alle vicende storiche delle Valli. L’arte cosiddetta “povera” nobilitata dallo stile che nasce dalla profonda spiritualità popolare. Armoniche policromie di marmi, porfidi e graniti, lava e cotto, arenarie e pietre locali. Linee e volumetrie “purificate” dall’essenzialità compositiva. Stilemi rivissuti con naturale originalità ed equilibrio. La religiosità delle genti riflette una fede sincera con profonde radici nella civiltà contadina e si estrinseca nelle festività, ricche di suggestioni, legate al Culto Mariano, alla venerazione dei Santi Patroni, ed ai riti della settimana Santa.
Itinerario I
Motta Camastra: Chiesa SS. Annunziata (XI sec.) con portale ogivale a conci
di pietra grigia. Graniti: S. Basilio (XVII sec.). Gaggi: Chiesa Madre di San Sebastiano (XVIII sec.). Giardini Naxos: Maria SS. Immacolata. Taormina: Duomo (XV sec.) chiesa “munita” in epoca normanna. S. Giuseppe (fine seicento): facciata barocca, campanile a cuspide. S. Caterina (Barocco): statue della Santa del ‘400 e del ‘700. S. Antonio (1500): a navata unica. Badia Vecchia (XV sec.). Madonna della Rocca (XVII sec.) suggestiva navata nella viva roccia. Castelmola: Chiesetta di S. Giorgio (1450) portale rinascimentale. San Giorgio (XVII sec.) conserva tele del ‘600. Letojanni: S. Giuseppe (XX sec). S. Alessio Siculo: Madonna delle Grazie nel “Quartiere di Mezzo”. S. Teresa di Riva: Madonna del Carmelo in contrada Bucalo. Furci Siculo: Madonna della Lettera.
Itinerario II
Savoca: S. Michele (’400). gioiello Gotico-Rinascimentale. S. Nicolò o S.Lucia
(’400) superba torre campanaria merlata. Chiesa Madre su pianta di epoca Normanna (1130); pregevole portale rinascimentale, Coro in legno scolpito, affreschi, importanti dipinti. Convento dei Cappuccini (XVII sec.); all’interno ricco patrimonio (Arti Maggiori e Minori); Cripte con mummie di Notabili locali. Il Calvario (1700). Casalvecchio Siculo: S.Onofrio (XVII sec.) artistico soffitto; preziosa statua in argento di S. Onofrio. S. Teodoro (1500). S. Nicolò (1500) con ruderi della “Casa del priorato”. Chiesa dell’Annunziata (1500, barocco). Museo della cattedrale. Basilica dei SS. Pietro e Paolo d’Agrò; il monumento più importante dell’intera vallata (560-
1172). Antillo: Giardino della Redenzione. Limina: Madonna delle Preghiere (XIV sec.). Chiesa Madre con statua marmorea del Bagnasco. Santuario di S. Filippo d’Agira. Roccafiorita: Santuario della Madonna dell’Aiuto sul Kalfa.
Mongiuffi Melia: S. Sebastiano (1400) Polittico del ‘500 e pregevoli statue del
‘700. S. Nicolò (1500). Madonna del Carmelo (1600), con scultura della bottega del Gaggini.
Gallodoro: S. M. Maddalena di origine Greca. Chiesa dell’Abbazia di S. Nicola (XII sec.). Chiesa Romanica M. SS. Assunta con capolavoro ligneo della scuola di Antonello da Messina.
Forza d’Agrò: Chiesa della Triade (1400); splendida gradinata semicircolare e portale durazzesco. Adiacente convento (XVII sec.). La Cattedrale (1400); Crocifisso ligneo fine ‘300; notevoli tele dal ‘500 al ‘700.
Itinerario III
Francavilla di Sicilia: Chiesa Matrice (XV sec.); portale ogivale e rosone gotico;
tabernacolo di scuola Gagginiana. sullo spiazzo poderoso campanile. Chiesa del Carmine già del convento dei Carmelitani. Convento e Chiesa dei Cappuccini (XVI sec.); tele di Sebastiano da Gratteri; tela attribuita alla scuola di Antonello da Messina. Intarsi di fr. Mariano Tatì da Francavilla. Chiesa della SS. Annunziata (XVI sec.) attuale Cattedrale. Castiglione di Sicilia: S. Domenica (Cuba bizantina). Edificata tra il VII e IX sec. Chiesa normanna di S. Nicola (XII - XIII sec.) con interessanti affreschi. Chiesa Madre SS. Pietro e Paolo: muri esterni e abside del
1105; tele di A. Bonaccorsi; meridiana dell’astronomo Temistocle Zona. Chiesa S. Antonio Abate (XII sec.). Intarsi marmorei del maestro Amato, tele di G. Tuccari,
sculture di Nicolò Bagnano. Orfanotrofio Regina Margherita (1407); realizzato
assieme alla Chiesa di S. Benedetto forma un enorme complesso che domina su
tutto il paese. Mojo Alcantara: Chiesa Madre (XVII sec.). Preziosissimo crocifisso
ligneo di fr. Umile da Petralia, molto venerato. Affreschi. Malvagna: “Cuba
bizantina”di S. Salvatore del ‘700 - ‘850; all’interno i resti di tombe a fossa.
Chiesetta di S. Marco: portale del ‘500. Chiesa e convento di S. Giuseppe (1640). Roccella Valdemone: S. Nicolò di Bari (1400) interno romanico a tre navate e soffitto ligneo. Quadro marmoreo della natività di G. Gaggini. Maria dell’Udienza: grande statua marmorea attribuita ad A. Gaggini. Chiesetta rurale del Calvario.
Tra mare, monti e valli alla scoperta di cibi genuini
La cucina locale sintetizza, in una armonica ed originale fusione, quanto di meglio questa terra vivace e generosa sa offrire. Alla più alta gastronomia nazionale ed internazionale tramandata da secoli di storia patrizia si affianca, con pari dignità, quella tradizionale che affonda le sue radici nella più autentica cultura contadina. Una cucina sulla base della nota “dieta mediterranea”, riscoperta e rivalutata nei tempi moderni come la più equilibrata per una sana alimentazione.
Cucina: quasi un rito, il tramite più immediato per consolidare un rapporto, avviare una nuova amicizia, manifestare in modo tangibile il senso innato dell’ospitalità. Ogni piatto, dai più semplici ai più elaborati, manifesta creatività, fantasia gioia
di vivere; una sorpresa perenne, una festa di colori e di sapori tutti da godere, da gustare. Ortaggi imperlati di rugiada, pomodori rossi e succulenti che profumano d’orto, melanzane panciute rilucenti come ametiste, zucchine vellutate, carciofi coronati, peperoni dorati..., aromi intensi. Pane fragrante che profuma di forno in pietra. Boleti pregiati all’aroma raffinato del purissimo olio d’oliva.
In primo piano la pasta: maccheroni casarecci al sugo, pasta con le sarde, spaghetti al nero di seppia, maccheroni alla norma, tagliolini alle ortiche... Antipasti da favola. Delicata ricotta, “tuma”, pecorino, pepato fresco e stagionato, “cacio- cavallo” pieno di sé, stravecchio pastoso. Affettati e insaccati, salsiccia al ceppo, conserve e sottaceti alla segreta ricetta della nonna. Carni alla brace, aromatizzate in fiamma d’ulivo. Selvaggina allo spiedo. “Pesce vivo” che sente ancora di mare. Aragoste ed astici appena estratti dalle “nasse”. Pesce spada dal gusto inconfondibile. Frutti di mare saporitissimi. Le croccanti “arancine” di riso. Trionfo di frutta di stagione profumata ai millefiori. Gelati e semifreddi da stupire. La fantasiosa frutta martorana, le delicate “paste di mandorla”, i famosi “cannoli di ricotta” e
la festosa, barocca “cassata”.
Ampia la gamma dei vini: dai bianchi ”vellutati” e gentili, ai rosati, ai rossi, luminescenti come rubini, corposi, “forti” come le terre da cui traggono linfa.